BEE MY JOB: un progetto di apicoltura sociale

Bee My Job è un progetto di apicoltura e agricoltura sociale ideato da APS Cambalache e mirato all’inserimento lavorativo e sociale di rifugiati e richiedenti asilo. Nato nel 2015 come progetto pilota per creare un ponte fra integrazione e ambiente, lavoro e dignità, impegno e opportunità, si è sviluppato di edizione in edizione, ed oggi è un modello capace di fare scuola in diversi ambiti: formazione e inserimento lavorativo, didattica scolastica sul tema della sostenibilità ambientale e dell’inclusione sociale, e capacity building, mettendo a disposizione competenze e metodologie acquisite, favorendo il confronto con altre realtà e stimolando la replica in nuovi contesti. Nel 2018 e nel 2019 il progetto è stato reso possibile dal sostegno dell’UNHCR, che ne ha consentito la replica, la stesura di una Carta Etica, e l’organizzazione di appuntamenti di capacity building volti allo sviluppo di nuove progettualità sul modello Bee My Job. Nel 2020 – anno in cui il progetto ha ottenuto il patrocinio dell’UNHCR – è nata la Bee My Job Academy, scuola di apicoltura residenziale ad Alessandria per richiedenti asilo e rifugiati provenienti da tutta Italia che, oltre a garantire una formazione professionalizzante, offre percorsi di inclusione lavorativa in aziende apistiche etiche selezionate.

LA STORIA DI MAMADOU

Mamadou viene dal Mali, ha 32 anni, ed è arrivato in Italia nel 2014. Accolto nel progetto MOI a Torino, nel 2019 ha seguito il corso di formazione in apicoltura Bee My Job ad Alessandria, al termine del quale è stato inserito in tirocinio all’Apicoltura Vallera, realtà a conduzione familiare fondata nel 2001 da Davide Bosio tra le colline del Monferrato, con l’obiettivo – tra gli altri – di recuperare l’azienda agricola del nonno Emilio, rinomato produttore di vivi e apicoltore amatoriale.

“Avevamo già avuto modo di lavorare con un ragazzo straniero, originario del Camerun – spiega Roberta, moglie di Davide – che è stato nostro dipendente per tre anni, prima di studiare agraria e mettersi in proprio. Grazie a lui avevamo scoperto cosa volesse dire lavorare a favore dell’inclusione. Con l’arrivo di Mamadou abbiamo compreso ancora di più quanto possa essere difficile ricominciare una vita per un ragazzo che arriva da un paese lontano, nel suo caso il Mali, a bordo di un barcone, senza conoscere la lingua e senza i documenti necessari alla permanenza in Italia”.

Mamadou si è dimostrato fin da subito un lavoratore attento e disponibile. La famiglia Bosio lo ha aiutato offrendogli una soluzione abitativa in un appartamento poco lontano dall’azienda che ogni giorno lui raggiunge in bicicletta. “Qui – racconta Mamadou – mi trovo molto bene, sia con la famiglia, sia con il lavoro. Le api mi piacciono, non mi fanno paura. E con Davide vado anche in montagna a portare le arnie in altitudine”. Sì, perché tra gli eccellenti prodotti di Apicoltura Vallera c’è anche il miele di alta montagna, presidio Slow Food. 

“Siamo entrati in contatto con Mamadou – spiega ancora Roberta – grazie al progetto Bee My Job, che abbiamo conosciuto tramite Aspromiele, l’Associazione Produttori Miele del Piemonte, di cui Davide è uno dei vicepresidenti. E siamo rimasti fin da subito colpiti positivamente, ci è sembrato un progetto importante, capace di dare opportunità sia alle aziende che ai lavoratori. Così nel 2019 abbiamo aderito”.

Inutile dire che a Mamadou la famiglia Bosio si è affezionata, soprattutto umanamente. Conclude Roberta: “Per il futuro sappiamo che vorrebbe migliorare il suo italiano, anche perché la lingua a volte può diventare un ostacolo ai processi di inclusione. Ma è una persona forte e determinata e siamo sicuri che riuscirà a migliorare anche sotto questo aspetto”.